Alla fine di questa breve rassegna di alcune delle possibili opzioni offerte da una comune piattaforma per l’e-learning come Moodle è forse utile condividere le impressioni dei docenti e cercare di rispondere alle loro perplessità più ricorrenti.
La prima obiezione nasce dal fatto che i docenti lamentano di non aver ricevuto adeguata formazione preliminare per poter utilizzare con efficacia le piattaforme per l’e-learning. Molti Atenei, compreso il nostro, da tempo organizzano seminari e incontri individuali e di gruppo per presentare e sperimentare strategie didattiche innovative che si avvalgono di vari sussidi tecnologici. Dal semplice PC, collegato a un proiettore, alla più evoluta lavagna interattiva (smart board), fino alle aule denominate 3.0, nelle quali il docente può insegnare avvalendosi di una strumentazione interconnessa via wifi che comprende i tablet a disposizione degli studente, il suo PC, la lavagna interattiva ed eventuali videocamere o doc.cam (un visualizzatore capace di ingrandire e proiettare sulla lavagna non solo lucidi ma anche l’immagine di un qualsiasi oggetto o testo da analizzare, permettendo al docente anche di registrare il suo commento audio).
La questione sembra essere piuttosto quella di promuovere adeguatamente tali seminari di formazione e di incentivarli con ogni mezzo, come indicato nel rapporto dell’High Level Group on the Modernisation of Higher Education1 che suggerisce alcune fondamentali linee di intervento:
- ogni istituzione dovrebbe elaborare una strategia per migliorare la qualità di insegnamento e apprendimento, e dare alla didattica il valore della ricerca;
- le Università dovrebbero supportare i propri docenti nell’accrescimento delle loro competenze didattiche, apprezzando quelli più meritevoli;
- tutto lo staff accademico nel 2020 dovrebbe aver ricevuto una formazione pedagogica certificata.
Un altro problema è legato allo stress psico-fisico che può essere causato da una lunga serie di lezioni online. Lo stare seduti per diverse ore ininterrottamente davanti a uno schermo, con varie immagini e suoni da gestire, cercando di guidare i propri studenti (spesso anche molto numerosi) nella comprensione dei temi trattati e disciplinando i loro interventi a volte confusi e non sempre pertinenti, può generare stanchezza, senso di vertigine e altri disturbi collegati alla vista. Anche in questo caso occorre prepararsi prima per una sessione di teledidattica, abbassando la risoluzione dello schermo e disponendo le tecnologie utilizzate in modo ergonomico. Potrebbe essere utile avere accanto più di un device (anche il proprio smartphone o un tablet di riserva) per poter sopperire ad eventuali problemi tecnici e aprire un file (del tipo blocco note) sul proprio schermo per poter annotare azioni, interventi da fare o per copiare estratti di testo precedentemente preparati per la lezione. Importante sarà stabilire una netiquette (net + étiquette: il complesso delle regole di comportamento volte a favorire il reciproco rispetto tra gli utenti di Internet) per gli interventi degli studenti e concedersi delle brevi pause per alzarsi in piedi e magari rivolgersi in un tono più informale ai propri studenti che potranno anche essere chiamati in causa per eventuali difficoltà tecniche. Spesso questo coinvolgimento non sminuisce l’autorevolezza del docente ma, al contrario, può creare un’utile complicità tra educatore e apprendenti.
La questione della possibile diffusione delle lezioni videoregistrate e dei materiali caricati sulla piattaforma è un altro tema di discussione tra i docenti. Alcuni educatori preferiscono svolgere le lezioni in streaming senza lasciare alcuna traccia, considerando la mancata fruizione da parte degli studenti assenti al pari della non frequenza nelle lezioni in presenza. In realtà in questo periodo di emergenza che ci costringe a dipendere dalle connessioni Internet uno studente potrebbe voler partecipare ad una sessione in streaming senza tuttavia riuscirci per svariati motivi. Consentire agli studenti di rivedere le lezioni è, in questo caso, senz’altro utile anche perché potrebbe presentarsi l’esigenza da parte loro di rivedere le registrazioni più volte, in base al ritmo di apprendimento individuale. Non registrare e non caricare materiali aggiuntivi di fatto annulla il grande vantaggio della formazione a distanza, quello di fruire dei contenuti educativi nei propri spazi e nei tempi più consoni alle proprie esigenze di vita. La preoccupazione relativa alla privacy dei materiali caricati e agli eventuali diritti di autore per filmati o fonti scritte non dovrebbe sussistere in quanto in tutte le piattaforme di e-learning universitarie compare una dicitura che spiega come il materiale caricato dai docenti abbia finalità meramente didattiche e non sia modificabile dagli studenti, che potranno soltanto visualizzarlo e/o scaricarlo avendo il divieto assoluto di diffonderlo e/o commercializzarlo senza il permesso esplicito dei docenti.
Il timore che le proprie lezioni online possano essere diffuse in rete e commercializzate o utilizzate da altri formatori è dunque infondato, considerando che anche la lezione in presenza o in streaming (senza registrazione) potrebbe comunque essere ripresa e/o audio-registrata con un qualsiasi strumento tecnologico utilizzato dai partecipanti. Gli abusi potranno quindi essere denunciati e perseguiti secondo la legge come nel caso di lezioni in presenza. Lo stesso discorso è valido per il copywright: è sufficiente inserire una liberatoria che circoscriva l’uso dei materiali al solo utilizzo didattico all’interno dell’aula virtuale da parte del docente.
Accanto a queste criticità ci sono anche tanti vantaggi che abbiamo potuto apprezzare in questo difficile momento. Primo fra tutti quello della sicurezza sanitaria che riusciamo a garantire ai nostri studenti e a noi stessi grazie all’uso della tecnologia. E poi il vantaggio tipico della formazione a distanza: la flessibilità spazio-temporale. La possibilità cioè di poter lavorare con i nostri tempi (anche se a volte ristretti a causa del fitto calendario accademico che è comunque lo stesso della didattica in presenza), restando nel nostro ambiente domestico (che andrà riorganizzato in base alle nuove esigenze individuali), e potendoci avvalere della consulenza tecnica e didattica fornita dal sistema universitario. Consulenza che naturalmente potrà essere efficace solo se tutti i docenti lavoreranno utilizzando la stessa piattaforma così da strutturare l’offerta online in modo coerente (anche per gli studenti), tracciabile e trasparente. In questo modo gli studenti potranno non solo seguire senza ansia le varie lezioni, restando all’interno di un unico ambiente istituzionale, ma si sentiranno parte di una comunità di rete che, seppur virtualmente, replicherà il loro ambiente universitario.
Oltre a impartire lezioni, i docenti si trovano a volte chiamati ad offrire supporto psicologico e consigli ai propri studenti su come organizzare la nuova routine quotidiana di studio e a incoraggiarli a studiare con i propri compagni di corso, anche nei gruppi social, per superare l’isolamento fisico. La lezione si trasforma quindi in un momento di socialità che con la sua routine dà sicurezza ai partecipanti. Certamente mancano gli sguardi, i gesti, i toni della voce, non tanto del docente che in video-lezione viene seguito così come in presenza, ma degli studenti che, specie se molto numerosi, spesso non possono intervenire come farebbero in un’aula fisica.
È questa la ragione che spinge molti docenti a cercare di organizzare la lezione virtuale in modo il più possibile simile a quella in presenza: dando la possibilità ai propri studenti di alzare la mano e di aspettare il proprio turno (che il docente attribuisce nel corso della lezione), stimolando la loro partecipazione con domande e sollecitando le loro opinioni e obiezioni. Tutto ciò può essere infatti svolto anche in un’ambiente virtuale e molti colleghi riferiscono che spesso gli interventi sono più numerosi che in aula. Un fenomeno largamente studiato (Krashen 1982, Zuosheng 2010), dovuto alla riduzione del timore di perdere la faccia grazie al filtro creato dal monitor.
1High Level Group on the Modernisation of Higher Education – REPORT TO THE EUROPEAN COMMISSION ON Improving the quality of teaching and learning in Europe’s higher education institutions JUNE 2013, p.40 in http://ec.europa.eu/education/library/reports/modernisation_en.pdf, p. 24