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Ricerca Qualitativa

L’attività di ricerca ha previsto la disseminazione di questionari online (ITA-ENG), indirizzati agli studenti e alle studentesse Erasmus di Uniurb (incoming e outgoing), con l’obiettivo di analizzare le loro aspettative nei confronti della mobilità, le criticità incontrate, il valore delle esperienze vissute, i bisogni insorti, il livello di consapevolezza rispetto alle differenze culturali, le ricadute sulla crescita personale e professionale.

Sono stati analizzati complessivamente 69 questionari. Le risposte in inglese sono state incluse.

A seguire alcuni degli output dell’analisi:

                                                                                              Fig. 1: il campione

Il campione è in maggioranza composto da studentesse, che numericamente costituiscono un valore doppio, se paragonato agli informanti di genere maschile.

I dati possono trovare conferma nel Bilancio di Genere (BdG), del 2023 che riporta con esattezza i numeri della componente studentesca.  Negli ultimi anni, il totale delle studentesse iscritte all’ateneo supera di gran lunga quello degli studenti.

(1732193573UrbinoUniversityPressBilanciodiGenere2023.pdf).

Rispetto al percorso di laurea, triennale o specialistica, c’è una leggera prevalenza di studenti e studentesse provenienti dal primo livello di formazione universitaria. Questo dato suggerisce come la laurea triennale rappresenti per molti un punto di accesso privilegiato al percorso formativo considerato, mentre la presenza di laureati magistrali, pur significativa, risulta più contenuta.

Fig. 2: il percorso di provenienza (triennale/specialistico)

Uno dei quesiti proposti nel questionario invita gli informanti a indicare la propria situazione rispetto all’esperienza Erasmus, specificando se, al momento della compilazione, l’abbiano già conclusa, se siano impegnati a svolgerla, oppure se siano ancora in attesa di partire per intraprenderla.

Fig.3: esperienza Erasmus già fatta, in itinere, oppure da fare

Nella maggioranza dei casi (45/69), l’esperienza è stata fatta, oppure è in corso (20/69). Il dato consente di capire come la ricerca si basi su testimonianze dirette e su vissuti personali. Ciò conferisce maggiore solidità e attendibilità alle informazioni raccolte, dal momento che gli studenti e le studentesse hanno potuto esprimere valutazioni fondate sull’esperienza concreta del soggiorno all’estero. Inoltre, la presenza di un numero ridotto di risposte provenienti da chi deve ancora partire permette di confrontare prospettive diverse, arricchendo l’analisi con il punto di vista di chi si appresta a vivere l’esperienza e potrà, eventualmente, essere seguito anche in un momento successivo per valutare eventuali cambiamenti di percezione.

Per quanto riguarda, invece, le destinazioni dell’Erasmus, la Spagna si configura come il paese che ospita la maggioranza degli studenti impegnati nell’internazionalizzazione (31/69).

Fig. 4: le mete Erasmus

L’Università di Urbino ha numerose partnership con gli atenei spagnoli, che rendono agevole il riconoscimento degli insegnamenti, degli iter burocratici e dell’inserimento nei corsi.

Inoltre, Urbino ha una consolidata tradizione per lo studio delle lingue, delle discipline umanistiche e giuridico-economiche. Molti studenti di queste facoltà preferiscono la Spagna per l’affinità delle lingue e di alcuni tratti culturali, anche se non sempre l’intercomprensione delle lingue affini evita di incorrere in difficoltà linguistiche, legate all’uso delle microlingue, delle varietà locali o regionali.

Le università spagnole propongono un’ampia gamma di corsi, anche in inglese, e molti programmi gestiti internazionalmente. Non ultima anche la considerazione che la Spagna è una meta attraente per i giovani. Riesce a offrire un buon equilibrio tra qualità della vita, opportunità culturali e costi ragionevoli.

Altro elemento ritenuto importante è il coinvolgimento delle famiglie. Una delle domande del questionario è volta a misurare il supporto che quest’ultime danno ai propri figli, nella scelta di un percorso di internazionalizzazione.

Fig. 5: l’appoggio della famiglia

Studiare all’estero significa affrontare nuove sfide, imparare a vivere in un contesto diverso, mettersi alla prova con una LS e con abitudini differenti. Avere alle spalle genitori che incoraggiano e credono nel valore di questa scelta offre agli studenti sicurezza, motivazione e la libertà di crescere, senza sensi di colpa o paure. Spesso il supporto familiare è anche pratico ed economico e rende possibile ciò che altrimenti resterebbe solo un desiderio. In questo modo gli studenti possono trasformare l’Erasmus non in una semplice parentesi, ma in un investimento sul proprio futuro, sviluppando la competenza comunicativa interculturale, utile nei futuri contesti professionali e lavorativi.

Il dato emerso da questa ricerca non contempla un altro possibile scenario, ovvero il numero degli studenti e delle studentesse che non vanno in Erasmus, a causa di limitazioni socio-economiche.

Le borse di studio Erasmus+ non sono aumentate in modo significativo nel programma Erasmus+ 2021/2027 e non tengono conto dell’aumento dell’inflazione, dei prezzi e, soprattutto, degli affitti.

Erasmus+ Annual Report 2020 released | Erasmus+

La XV indagine ESN (2023), che viene bandita annualmente ha fotografato la seguente situazione:

un supporto finanziario inadeguato (35,63%) e la difficoltà nel trovare alloggi economici (35,5%) sono stati identificati come le principali sfide per gli studenti in scambio. Queste barriere spesso portano a stress, ridotta motivazione e alla perdita di un senso di appartenenza, all’interno della comunità studentesca mondiale.

ESNsurvey 2023 | Erasmus Student Network

Rispetto, invece, alle ricadute che l’esperienza Erasmus ha avuto sugli studenti e sulle studentesse, è stato dato un set di possibili scelte, che il grafico a seguire riassume e illustra:

Fig. 6: ricadute positive dell’Erasmus

L’analisi delle risposte degli informanti consente di evidenziare una chiara gerarchia negli obiettivi percepiti come maggiormente rilevanti. Il dato più consistente riguarda l’acquisizione di maggiore confidenza personale, indicata dall’87,0% dei rispondenti. Questo elemento appare come l’aspetto più riconosciuto e valorizzato, suggerendo che l’esperienza indagata è percepita soprattutto come un’occasione di crescita individuale e di rafforzamento dell’autostima.

Segue, con valori comunque elevati, il miglioramento delle competenze linguistiche (79,7%), in linea con l’aspettativa che contesti di scambio o di esperienza internazionale favoriscano un avanzamento concreto nelle abilità comunicative. Anche la dimensione relazionale interna al gruppo dei pari assume un peso rilevante: il 78,3% ha infatti indicato la costruzione di amicizie tra studenti come un obiettivo importante, confermando il ruolo centrale dei legami interpersonali nello sviluppo complessivo dell’esperienza.

Ulteriori obiettivi collocati su un livello intermedio comprendono la capacità di vivere in contesti multiculturali (71,0%), il miglioramento delle competenze comunicative (66,7%) e la definizione di obiettivi sul proprio presente e futuro (62,3%). Questi dati mostrano come la partecipazione a esperienze formative in contesti nuovi stimoli non solo la dimensione relazionale, ma anche la capacità di riflessione personale e di pianificazione del proprio percorso.